RESET 2021 - Numero 56: So long, Kanzlerin
Il commiato di Angela Merkel e l'attesa del nuovo governo, fra i contagi che non accennano a diminuire e nuove regole per contrastare la diffusione del virus
Giovedì sera Angela Merkel si è congedata dalla politica tedesca - o forse, dopo 16 anni al governo, è meglio dire che la Germania si è congedata dalla sua Cancelliera.
Per il suo Großer Zapfenstreich, alta cerimonia militare tributata di solito a Presidenti della Repubblica Federale, Cancellieri e Ministri della Difesa, Merkel ha scelto gli edifici del Benderblock, complesso del Ministero della Difesa dalla storia molto significativa, visto che fu il quartier generale dei cospiratori dell’esercito che nel luglio 1944 pianificarono l’attentato ad Adolf Hitler.
Dopo la parata militare, al cospetto dei ministri del suo governo e dei Ministerpräsidenten dei Länder, la Cancelliera ha tenuto il suo ultimo discorso. In questi sedici anni di governo le sfide e le crisi sono state innumerevoli. L’ultima, quella legata alla pandemia, è stata particolarmente dura, e ha mostrato quanto importante sia il tema della fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti. Alla base della democrazia deve esserci questa fiducia, il dibattito critico e la possibilità di correggere gli errori, e soprattutto la solidarietà, la capacità di guardare al mondo con gli occhi degli altri. E proprio questo è l’ultimo invito di Merkel per il futuro, aprirsi ad altre prospettive che aiutino a vedere le cose da punti di vista differenti.
Molto si è scritto sulla musica scelta dalla Cancelliera per il suo Zapfenstreich. Ma non tanto sui primi due pezzi, molto classici, e cioè l’inno settecentesco Großer Gott, wir loben dich e Für mich, soll’s rote Rosen regnen, brano cantautorale del 1968 di Hildegard Knef. A stupire è stata la scelta del terzo pezzo: Du hast den Farbfilm vergessen di Nina Hagen, icona della scena punk tedesca. Effettivamente il punk non è la prima cosa che ci viene in mente quanto pensiamo ad Angela Merkel: e per quanto il brano in questione sia in realtà un esempio di Schlager, in molti si sono lanciati nelle più varie interpretazioni, ben riassunte dal Guardian. Hagen, come Merkel, proviene dall’ex DDR, e il brano in questione - del 1974 - secondo alcuni era una velata critica al regime della Germania Est; altri invece propendono per un’ipotesi più legata alle questioni di genere, e leggono nella scelta un sottotesto femminista, in polemica con il mondo della politica tedesca ancora saldamente maschio-centrico.
Secondo me però non va dimenticata una cosa: e cioè che Angela Merkel è una donna dotata di un senso dell’umorismo acutissimo, ancorché poco vistoso. Nelle sue biografie abbondano gli aneddoti in cui i suoi commenti ironici, spesso al limite del sarcasmo, lasciano interdetti gli interlocutori, sorpresi da questo inatteso lato della personalità della Cancelliera. Ecco, è vero che Merkel apprezza la musica di Nina Hagen, è vero che quel brano rappresenta un “highlight della mia gioventù” - sono parole sue - però io sono abbastanza convinto che lei abbia scelto quella canzone già immaginando tutte le speculazioni che avrebbe generato, e divertendosi un sacco al solo pensiero.
Giovedì però è stato anche il giorno in cui, dopo una nuova riunione straordinaria fra governo centrale e Ministerpräsidenten dei Länder, sono state stabilite nuove misure anti-Corona per prevenire l’aumento dei contagi. A subirne le conseguenze dovrebbero essere soprattutto i non vaccinati: la regola 2G, che limita l’accesso a vaccinati e guariti, è stata estesa a locali, ristoranti, cinema e negozi al dettaglio, con l’eccezione dei supermercati e di negozi legati alle necessità quotidiane. Inoltre gli incontri privati fra non vaccinati dovranno essere limitati a un solo nucleo familiare più al massimo due persone di un altro nucleo familiare. Ridotto il numero dei partecipanti ai grandi eventi (massimo 5.000 al chiuso, 15.000 all’aperto), e nelle zone con incidenza superiore a 350 è prevista la chiusura di club e discoteche.
Ma al centro della strategia c’è un nuovo sforzo per velocizzare la campagna vaccinale. A tutti i cittadini verrà offerta la possibilità di una nuova dose entro Natale, e a somministrarla potranno essere anche farmacisti, dentisti ed infermieri. E si inizia a parlare seriamente di obbligo vaccinale, non solo per il personale sanitario ma per tutta la popolazione a partire da febbraio 2022 - un’ipotesi a cui anche il Cancelliere in pectore, Olaf Scholz, si è detto favorevole.
I vaccini continuano ad essere il punto più dolente di questa quarta ondata di contagi. In molti Länder mancano le dosi, essenzialmente per ragioni burocratiche, e molta gente che vorrebbe fare il richiamo è costretta a tornare a casa. E la confusione a livello comunicativo non aiuta. La STIKO, cioè la commissione permanente per la vaccinazione legata al Robert Koch-Institut, ha dato la sua approvazione alla somministrazione del vaccino anche ai bambini sopra i cinque anni; ma il suo Presidente, Thomas Mertens, ha detto che lui i suoi figli, di sette anni, per ora non li farà vaccinare. Non proprio il messaggio ideale in un momento in cui i nuovi contagi sono ancora decine di migliaia ogni giorno e l’incidenza resta stabilmente sopra quota 440.
La pandemia sarà inevitabilmente la prima questione che il nuovo governo guidato da Olaf Scholz dovrà affrontare. A proposito, ormai manca davvero pochissimo. In questi giorni dovrebbero arrivare le approvazioni da parte delle basi dei tre partiti, e durante la prossima settimana la nomina ufficiale del nuovo Cancelliere. I militanti dei Grünen stanno votando sul contratto di coalizione e sui Ministri proposti, mentre per FDP e SPD si attendono i risultati dei congressi di questo fine settimana. Tra i socialdemocratici si attende anche un ricambio al vertice: come previsto ad affiancare Saskia Esken arriverà Lars Klingbeil. Servirà dunque un nuovo Generalsekretär, che a quanto pare sarà proprio Kevin Kühnert, l’ex leader degli Juso capofila della sinistra del partito.
Il Cancelliere in pectore può contare su una buona popolarità, al secondo posto nelle classifiche di apprezzamento dietro ad Angela Merkel. I tedeschi però non si sono mostrati molto entusiasti per il contratto di coalizione. O meglio, sembrano apprezzare molto le misure di sostegno al reddito e di protezione dell’ambiente ma non tanto quelle legate ai diritti civili. Secondo una rilevazione realizzata da Infratest dimap e pubblicata da ARD-DeutschlandTREND l’86% degli intervistati è favorevole all’innalzamento del salario minimo a 12 euro e al rafforzamento delle energie rinnovabili, ma la maggioranza è invece contraria alla legalizzazione della cannabis, alla semplificazione delle procedure per ottenere la cittadinanza tedesca e all’abbassamento a 16 anni dell’età per votare, contro cui si schiera addirittura il 65%. Poco apprezzata anche la proposta di acquistare droni telecomandati per l’Esercito, tema su cui in Germania si discute da anni.
Vedremo cosa decideranno le basi dei tre partiti del semaforo, anche se l’approvazione del contratto di coalizione sembra scontata. Noi intanto ci risentiamo fra una settimana - per quello che, a meno di clamorose sorprese, sarà l’ultimo numero di RESET 2021.
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Angela Merkel è la terza Cancelliera a cui è stato tributato il Großer Zapfenstreich, dopo i suoi due predecessori Helmut Kohl e Gerhard Schröder. Fra i volti più noti in Italia della politica tedesca ad aver ricevuto questo onore l’ex Presidente della Repubblica Federale Joachim Gauck e l’attuale Presidente della Commissione Europea (ed ex Ministra della Difesa) Ursula von der Leyen. In questo divertente pezzo dello Augsburger Allgemeine potete trovare i brani musicali scelti dai protagonisti: e potete commuovervi come Schröder sulle note di My Way di Frank Sinatra o farvi trasportare dal Wind of Change degli Scorpion, scelti da von der Leyen. Io ne ho scritto anche qui, e se volete trovate pure la playlist completa su Spotify.
Sull’edizione internazionale dello Spiegel due interviste a due figure di primissimo piano del prossimo governo: la futura Ministra degli Esteri Annalena Baerbock e il futuro Ministro delle finanze Christian Lindner.
Infine, su Kater una approfondita analisi di Edoardo D’Alfonso Masarié dedicata alla questione europea nel contratto di coalizione siglato da SPD, Grünen e FDP.
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