RESET 2021 - Numero 55: "Die Ampel steht"
I tre partiti del semaforo hanno trovato un accordo: abbiamo un contratto di coalizione. E se tutto va come previsto a breve avremo anche un nuovo governo in carica.
Che questa settimana sarebbe stata decisiva lo si è capito già lunedì mattina.
Un report rilanciato dalla Frankfurter Rundschau indicava una prima suddivisione dei Ministeri fra i tre partiti del semaforo, con tanto di nomi. Una suddivisione che confermava alcune voci circolate nei giorni precedenti ma presentava anche alcune sorprese.
Come previsto, Christian Lindner otterrebbe il Ministero delle Finanze, su cui puntava anche Robert Habeck. Per compensare, però, all’esponente dei Grünen andrebbe proprio quel Superministero di cui si parlava da tempo, che unirebbe Economia e Protezione del Clima. Anche gli Esteri sembravano già da qualche settimana una certezza per Annalena Baerbock. La vera sorpresa era invece il Ministero della Salute: con la Germania nel mezzo di una tremenda quarta ondata di contagi, e un’incidenza settimanale che ormai ha sfondato ampiamente quota 400, darlo a un partito tradizionalmente ostile a restrizioni e lockdown sembrava una mossa decisamente azzardata, addirittura allarmante.
È venuto fuori in fretta che in realtà la lista non era affidabile. Diffusa forse per osservare le reazioni e verificarne il gradimento nell’opinione pubblica, o magari per bruciare qualche nome. Comunque si sentiva che stava per succedere qualcosa.
Mercoledì mattina arriva la notizia: i partiti del semaforo convocano una conferenza stampa per le 15, per presentare il Koalitionsvertrag, il contratto di coalizione che costituisce la base programmatica del governo. Si tratta di 177 pagine - lunghezza standard per i governi tedeschi - dal titolo molto ambizioso: Mehr Fortschritt wagen, “Osare più cambiamento”. Un richiamo diretto allo slogan Mehr Demokratie wagen, “osare più democrazia”, con cui Willy Brandt, il primo leggendario Cancelliere socialdemocratico, inaugurò il suo governo nel 1969.
E alle 15, davanti ai microfoni e alle telecamere dei giornalisti, Olaf Scholz dà la conferma insieme ai vertici dei tre partiti. “Die Ampel steht”, il semaforo c’è.
Non è semplice riassumere 177 pagine, che in alcuni punti scendono anche nel dettaglio su questioni molto tecniche - una buona sintesi in inglese la trovate comunque in questo thread su Twitter del giornalista Jeremy Cliffe. Se però dovessi individuare dei punti chiave direi che con questo programma il governo-semaforo vuole rendere la Germania più moderna, più verde e più inclusiva.
Più moderna
Un tema che compare dappertutto, non solo nel preambolo e nel relativo capitolo (il secondo) ma ovunque, anche nelle altre sezioni, è quello della modernizzazione del Paese, dell’innovazione e della digitalizzazione. Rinnovare le infrastrutture del Paese, che siano istituzionali, fisiche o digitali, è una missione non più rimandabile, e il semaforo si impegna a farlo a tutti i livelli. Innanzitutto per quanto riguarda le opere da realizzare, dalla posa della fibra ottica - che deve diventare capillare - e dalla migliore copertura del segnale di telefonia mobile all’ampliamento della rete ferroviaria. Ma un ruolo centrale lo rivestono anche tutte le misure necessarie a rendere più moderna l’economia: si parla di sburocratizzare, digitalizzare, snellire le procedure per investire sia nel pubblico che nel privato e per creare nuove imprese. Non resta fuori neanche l’architettura dello Stato. Il semaforo intende modernizzare l’amministrazione pubblica, con iniziative che favoriscano il ricambio e la rotazione del personale, anche fra livello nazionale (Bund) e livello locale (Länder), per ottimizzare la coordinazione fra questi due livelli soprattutto su temi cruciali come la protezione dalle catastrofi e la protezione civile, l’istruzione e la sicurezza interna - tutti aspetti su cui il federalismo tedesco ha mostrato negli anni passati limiti significativi. E poi bisogna mettere mano alla legge elettorale, per evitare un Bundestag ancora più extralarge di quello attuale e per favorire la partecipazione femminile. Non solo: si pianifica di mettere al lavoro la Commissione competente per esplorare la possibilità di portare la durata della legislatura da quattro a cinque anni e di limitare il numero di mandati per un Cancelliere. Parte del programma è anche l’intenzione di abbassare a 16 anni l’età per votare alle politiche e alle europee, e di facilitare il voto dei tedeschi all’estero.
Un enorme lavoro di svecchiamento che coinvolgerà tutto il Paese, e per cui sarà cruciale anche l’investimento su ricerca e sviluppo, da portare al 3,5% del PIL, e per cui sarà necessario anche creare una nuova agenzia federale dedicata alla collaborazione fra centri di ricerca, la DATI (Deutsche Agentur für Transfer und Innovation).
Più verde
Si legge nel preambolo che la difesa del clima è la priorità assoluta, ciò che “assicura libertà, giustizia e benessere sostenibile”: e come per l’innovazione, anch’essa funge da fondamento per tutto il programma e compare ovunque. E si riflette nel programma l’unione di economia e protezione del clima che costituisce il Ministero destinato a Robert Habeck. Coniugare la crescita economica con il raggiungimento degli obiettivi climatici è la premessa fondamentale dell’azione di governo, il cui piano ambizioso è trasformare l’economia sociale di mercato, trademark tedesco, in una economia social-ecologica di mercato, in cui cioè la dimensione ambientale sia uno dei prerequisiti. Oltre all’introduzione di strumenti specifici, come i Klimaverträge, cioè una versione istituzionalizzata dei Carbon Contracts for Differences, si intende sostenere con forza due direzioni di sviluppo in particolare. Da un lato l’idea è rendere la Germania un centro mondiale per la ricerca e la realizzazione di batterie elettriche e un mercato di punta per la mobilità sostenibile, arrivando ad avere almeno 15 milioni di vetture elettriche sulle strade tedesche entro il 2030. Dall’altro lato si vuole investire molto sulla tecnologia dell’idrogeno, sviluppando un’infrastruttura di rete adeguata. Anche per quanto riguarda l’energia si punta sulla sostenibilità, soprattutto sul solare e sull’eolico. Il piano è di arrivare entro il 2030 a 200 GW tramite il fotovoltaico; per quanto riguarda l’eolico, invece, l’intenzione è quella di raggiungere 30 GW per il 2030, 40 GW per il 2035, 70 GW per il 2045 - che è anche la data entro cui si vuole rendere la Germania climaticamente neutrale.
Ma il punto cruciale è l’implementazione di un vero e proprio Klimacheck per i progetti di legge, che dovranno essere approvati anche da questo punto di vista. Sulla carta il Superministero sembra proprio super.
Più inclusiva
Se c’è un tratto che accomuna partiti così diversi come SPD, FDP e Grünen è l’accento sui diritti, e il contratto di coalizione lo rende molto evidente. Il semaforo vuole ampliare e uniformare i diritti delle coppie omosessuali in tema di adozione, e intende sostenere con forza la comunità lgbtqi+, ad esempio cancellando la cosiddetta Transexuellengesetz (legge sulla transessualità), considerata da molti ancora discriminatoria. I crimini d’odio legati all’identità di genere verranno indagati dalla polizia in maniera dedicata. Anche l’infanzia entra nel programma, con misure specifiche di prevenzione della povertà infantile e l’ancoramento nella Grundgesetz, la Costituzione, dei diritti dell’infanzia. Un altro obiettivo è l’aumento della partecipazione femminile al mondo del lavoro e la fine della disparità salariale. Anche in tema immigrazione e integrazione il semaforo punta a rendere le cose più semplici e l’accoglienza più agevole. Da un lato si vuole affiancare alle attuali disposizioni sull’immigrazione un sistema a punti che renda più facile venire in Germania a lavorare, dall’altro si intende rendere più rapido il processo di ottenimento della cittadinanza, portando a cinque gli anni di residenza necessari e addirittura a tre con dei percorsi speciali di integrazione. I figli nati in Germania da genitori stranieri saranno automaticamente tedeschi se uno dei genitori ha una residenza abituale e stabile nel Paese da almeno cinque anni.
I sedicenni potranno prendere la patente e guidare se accompagnati, e si registra un’apertura nei confronti di proposte trasversali sul tema dell’eutanasia. Negozi specializzati potranno vendere la cannabis agli adulti per uso ricreativo. Inoltre, il semaforo vuole stralciare il paragrafo 219a del Codice Penale, quello che impedisce a medici e ospedali di diffondere informazioni sull’interruzione di gravidanza.
Inclusione vuol anche dire inclusione sociale: e per questo i tre partiti intendono introdurre misure mirate per combattere la povertà, dall’aumento del salario minimo a 12 euro all’ora alla cancellazione del sussidio Hartz IV, che verrà sostituito da una specie di “reddito di cittadinanza” (Bürgergeld). Non solo: anche i mini-job e i midi-job verranno modificati, aumentando la soglia delle remunerazioni e rafforzando i controlli per evitare gli abusi di queste due forme contrattuali.
Nelle pagine finali è delineata la suddivisione dei Ministeri: in fondo la lista rilanciata dalla Frankfurter Rundschau non ci era andata troppo lontana. La Salute però se la tiene la SPD.
Certo che il governo sarà guidato da Olaf Scholz, ma a emergere dalle pagine del contratto sono soprattutto i volti di Christian Lindner e di Robert Habeck.
Lindner è riuscito a ottenere quello che voleva, cioè il Ministero delle Finanze. Il capitolo del contratto dedicato al tema, l’ottavo, è molto dettagliato, e fa capire come la questione sarà estremamente rilevante per tutto il lavoro del governo. Ci sono passaggi sull’importanza della stabilità dei prezzi e sul timore per l’inflazione crescente che mostrano chiaramente la mano del capo dei liberali; tuttavia si insiste anche molto sulla necessità di investire e di attivare tutte le strade possibili per risvegliare i capitali tedeschi, pubblici e privati, e per rafforzare le società a controllo pubblico (come ad esempio Deutsche Bahn). Lindner dovrà quindi trovare una via di mezzo che gli garantisca di mantenere i conti in ordine senza boicottare il gigantesco piano di modernizzazione previsto dal programma.
Da certi punti di vista anche Robert Habeck ha ottenuto quello che voleva. Non le Finanze, ma comunque un Superministero che avrà voce in capitolo su tutti gli altri, e che potrà mettere mano ai progetti di legge in virtù della rilevanza che la protezione del clima si vede certificata nero su bianco nel contratto.
Una gran parte del successo di questo governo dipenderà proprio dall’equilibrio che i due riusciranno a trovare. Sapranno collaborare in maniera efficace, o sono destinati a una inevitabile collisione? Ha ragione lo Spiegel a citare Highlander e dire che Es kann nur einen geben - ne resterà soltanto uno?
Anche Annalena Baerbock avrà un ruolo tradizionalmente assai prestigioso, quello di Ministra degli Esteri, ma la attende un compito molto complicato. La parte dedicata agli Esteri nel programma porta un titolo impegnativo - “La responsabilità della Germania in Europa e nel mondo” - e sulla carta punta a un ruolo molto più attivo del Paese sullo scenario globale, delineando tutti i fronti su cui si dovrà lavorare, da Brexit alla Cina al Medio Oriente alla Russia. Naturalmente si sottolinea sempre l’importanza del rafforzamento dell’Unione Europea, ma ci sono due punti degni di nota. Il primo è che quando si parla di Europa il termine che ricorre più spesso è strategische Souveränität, “sovranità strategica”: una formula che indica chiaramente come la prospettiva sia rivolta molto più all’esterno che all’interno, molto più al confronto con le altre macroaree più che al rinnovo delle strutture interne - di cui tuttavia si parla, poco ma si parla. Il secondo punto è che, pur volendo privilegiare il metodo comunitario, nel contratto si specifica che laddove necessario si procederà a trattative con i singoli Stati. Si continua con il metodo tedesco classico, insomma, basato soprattutto su rapporti bilaterali, nonostante si auspichi una politica più coordinata a livello europeo su numerosi aspetti di grande rilevanza.
Ora che il contratto è pronto inizia la fase successiva, quella dell’approvazione da parte dei tre partiti.
SPD e FDP lo faranno durante i loro congressi previsti per i primi di dicembre, e in quell’occasione renderanno noti i nomi dei loro Ministri - anche se ovviamente ci sono già parecchie indiscrezioni.
I Grünen invece hanno già annunciato chi saranno i loro Ministri, e faranno votare gli iscritti sul contratto e sulle nomine nell’arco di dieci giorni. E sebbene l’approvazione sia abbastanza scontata non è detto che sarà entusiasta: la scelta del nomi è stata infatti più tormentata del previsto, e ha riportato a galla vecchie tensioni fra Fundis e Realos che la leadership di Habeck e Baerbock era riuscita in questi anni a tenere a bada.
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Questa settimana da leggere un bel profilo di Olaf Scholz, ora che manca veramente pochissimo alla sua nomina a Cancelliere. Lo trovate sul New York Times.
Un bel recap esaustivo e completo di Politico sul punto della situazione, fra quanto sappiamo del nuovo governo e quello che possiamo ipotizzare dell’opposizione, e soprattutto della CDU, alle prese con un nuovo congresso per scegliere la leadership.
Infine, un bellissimo reportage di Lorenzo Monfregola sui costi sociali della svolta green tedesca, partendo dalla periferia di Berlino. Potete leggerlo sulla newsletter della Fondazione Feltrinelli.
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