RESET 2021 - Numero 54: Correre ai ripari
Il 25 novembre cessa lo stato di emergenza pandemica, ma la situazione è ancora molto critica, e si pianificano nuove restrizioni
Ogni giorno che passa la Germania stabilisce nuovi record. I nuovi contagi e l’incidenza settimanale hanno ormai raggiunto livelli elevatissimi: venerdì il Robert Koch-Institut ha registrato oltre 52.000 nuove infezioni, con una 7-Tage-Inzidenz che ha superato quota 340.
Una situazione che richiede misure urgenti, soprattutto in vista della fine dello stato di emergenza pandemica prevista per il 25 novembre.
Per questa ragione giovedì il Bundestag e il governo si sono dati parecchio da fare. In mattinata i tre partiti che formeranno il semaforo - SPD, Grünen e FDP - hanno approvato una nuova Infektionsschutzgesetz, la legge per la protezione dalle infezioni, avallata venerdì anche dal Bundesrat, il Senato federale. È prevista l’introduzione della cosiddetta 3G-Regel, cioè la “regola 3G”, per i mezzi di trasporto pubblici, i treni, i voli locali e i luoghi di lavoro: l’accesso sarà consentito solo ai vaccinati (Geimpfte), ai guariti (Genesene) e a chi ha un test negativo (Getestete). I visitatori di cliniche, ospedali e case di cura dovranno sottoporsi a test, anche se vaccinati; reintrodotto l’obbligo di lavoro da casa laddove possibile. Saranno aumentate le sanzioni per chi falsifica i risultati dei test e i certificati vaccinali, e verrà data la possibilità ai singoli Länder di imporre restrizioni più severe se necessario. E i Länder non se lo sono fatti ripetere: ad esempio la Baviera, in cui la situazione è davvero a livelli critici. Il Ministerpräsident Markus Söder ha annunciato un lockdown per tutti i distretti in cui l’incidenza è superiore a 1000, con chiusure a tappeto tranne che per scuole, asili e negozi. Annullati anche i tradizionali mercatini di Natale. E altre regioni si preparano a introdurre misure più rigide, come ad esempio la Sassonia, dove l’incidenza è alle stelle. Da lunedì nel Land orientale chiuderanno musei, teatri, cinema, bar, discoteche, e nei ristoranti e nei negozi chi non è vaccinato o non è guarito non potrà entrare. Cancellati anche eventi e manifestazioni e i mercatini di Natale. “La libertà senza responsabilità si chiama egoismo”, ha detto il capo del governo sassone Michael Kretschmer. Anche in Assia il Ministerpräsident CDU Volker Bouffier intende instaurare restrizioni più dure per i non vaccinati e propone un obbligo vaccinale per determinate categorie professionali; restrizioni specifiche per i non vaccinati sono già in atto invece a Berlino.
Più che l’incidenza però è un altro il numero che preoccupa i tedeschi: quello delle ospedalizzazioni da covid, e dei ricoveri in terapia intensiva. In molte zone del Paese gli ospedali sono al limite, ed è necessario spostare i malati dove c’è posto. Non solo da un distretto all’altro, o da un Land all’altro, ma anche chiedendo aiuto ai Paesi vicini.
Proprio la quota di ospedalizzazione è al centro delle nuove misure approvate giovedì dal governo insieme ai governatori dei Länder. Come per l’incidenza, anche in questo caso la quota viene calcolata su 100.000 abitanti nell’arco di sette giorni, con l’identificazione di tre livelli. Con un indice di ospedalizzazione superiore a 3 verrà introdotta la regola 2G (cioè accesso consentito solo a vaccinati e a guariti) per manifestazioni ed eventi, strutture ricreative e culturali, per lo sport e la ristorazione al chiuso. Sopra quota 6 si passerà al 2G-Plus: essere vaccinati o guariti non basterà più, bisognerà anche sottoporsi a test PCR. Se si arriverà oltre quota 9 verranno prese misure ancora più severe, in accordo con i Parlamenti dei Länder in questione.
Dal punto di vista politico è interessante osservare quanto queste misure diano ampie possibilità ai singoli Länder di introdurre restrizioni molto severe con relativa facilità. E lo è soprattutto se teniamo a mente che, in mezzo a questa quarta ondata, si sta pur sempre cercando di formare una nuova coalizione di governo. La fine dello stato di emergenza pandemica sancisce infatti la fine della fase in cui, data la situazione, il governo centrale poteva imporre a livello nazionale il lockdown e il coprifuoco, due misure a cui i liberali della FDP sono stati fortemente contrari. Impegnata al tavolo delle trattative, la FDP non può accettare di prolungare un’emergenza che include restrizioni che ha sempre contrastato: consentire però che queste vengano prese a livello locale, dai governi dei Länder, le permette di mostrarsi consapevole della gravità della crisi senza tuttavia “sporcarsi le mani” con misure che in linea di principio ritiene illiberali ed esagerate - nonostante un nuovo lockdown sia invece proprio quello che molti esperti invocano per spezzare il trend di questa quarta ondata.
Difficile dire se queste nuove misure saranno sufficienti: di certo non sono state molto tempestive. Numerosi osservatori sottolineano come la situazione sia precipitata così rapidamente e in proporzioni così gravi anche per il vuoto di potere seguito alle elezioni di settembre, con un governo in carica che però ha di fatto rinunciato a prendere qualunque iniziativa e uno ancora tutto da definire. Non resta che attendere e sperare che la nottata passi presto - magari tenendo d’occhio l’Austria, che da lunedì entrerà in lockdown per almeno dieci giorni e dal primo febbraio introdurrà l’obbligo vaccinale.
Chissà che presto non tocchi farlo anche alla Germania.
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Questa settimana fra le cose da leggere anche due pezzi pubblicati su Kater.
Il primo, di Francesca Vargiu, parla di un nuovo intoppo burocratico per Nord Stream 2, il contestatissimo gasdotto russo-tedesco che pur completato non potrà entrare in funzione prima di diversi mesi. Il secondo invece l’ho scritto io ed è dedicato a Friedrich Merz, che martedì ha ufficializzato la sua candidatura alla guida della CDU.
Sullo Spiegel poi potete trovare un interessante articolo che analizza la correlazione tra tre fattori: il basso tasso di vaccinazione, l’alto numero di contagi ed il sostegno elettorale ad AfD.
Infine Politico dedica un articolo a un altro punto su cui a quanto pare i tre partiti che formeranno il governo semaforo hanno trovato un accordo: la legalizzazione della cannabis, che sarà acquistabile in negozi specializzati.
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