RESET 2021 - Numero 22: L'Union degli scandali
Lo schieramento conservatore continua a essere travolto dai casi di corruzione
Esiste una parola perfetta per descrivere come sono andate per la CDU le elezioni locali in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato, domenica scorsa. Quella parola è “catastrofe”.
In entrambi i Länder il partito conservatore ha ottenuto il risultato peggiore della sua storia, e rischia addirittura di trovarsi fuori dal governo in Baden-Württemberg, dove il Ministerpräsident verde Winfried Kretschmann, riconfermato con un vero e proprio trionfo, può scegliere se continuare l’alleanza di governo verde-nera o dare vita a una Ampel-Koalition, una “coalizione semaforo” insieme a SPD e FDP.
Che la botta sia stata tremenda emerge anche dai sondaggi di questa settimana. Per la prima volta dall’inizio della pandemia l’Union scende sotto il 30%, dicendo addio al patrimonio di fiducia che era riuscita ad accumulare con la gestione della crisi sanitaria.
Proprio gli ultimi mesi di gestione della pandemia sono fra i principali responsabili del tracollo elettorale, almeno secondo il leader del partito Armin Laschet. Durante la conferenza stampa di lunedì 15 il Vorsitzender ha puntato il dito contro il pessimo crisis management che ha caratterizzato l’inizio della terza ondata, dalla campagna vaccinale in stallo al complicatissimo piano per le riaperture. Piano che tra l’altro potrebbe venir messo in soffitta a breve: i contagi continuano a crescere e venerdì la 7-Tage-Inzidenz - cioè il numero di nuove infezioni settimanali ogni 100.000 abitanti - è schizzata a 95,6. Sabato ha raggiunto quota 99,9. Ricordo che se si supera la soglia di 100 si ferma tutto e si torna in lockdown duro, altro che riaperture.
Ma è probabile che la disfatta sia dovuta in buona parte agli scandali che nelle ultime settimane sono emersi con cadenza quasi giornaliera, e che non accennano a fermarsi. La settimana scorsa vi avevo parlato dei casi di sospetta corruzione che avevano coinvolto tre deputati, due della CDU e uno della CSU: questo mercoledì è stato perquisito l’ufficio di Alfred Sauter, ex Ministro della Giustizia bavarese e figura di spicco della CSU. Sauter avrebbe incassato oltre un milione di euro in commissioni per delle forniture di mascherine.
Si tratta di un bel problema soprattutto per Markus Söder. Al netto delle parole di circostanza (“un duro colpo al cuore dell’Union”) il capo dei bavaresi probabilmente non è troppo dispiaciuto della disfatta subita domenica dalla CDU: un risultato del genere aumenta la pressione su Armin Laschet e di conseguenza incrementa le sue chance per la candidatura alla Cancelleria. Gli scandali che stanno sconvolgendo il suo partito rendono però la questione molto più delicata, e mettono anche lui al centro del mirino. Non è un caso che Söder e tutto l’alto comando della CSU abbiano scelto di reagire con mano durissima, tanto da lanciare a Sauter un ultimatum: se non chiarirà la faccenda entro domenica verrà espulso dal gruppo parlamentare. Too little e soprattutto too late, secondo la Süddeutsche Zeitung: come racconta questo lungo editoriale, Söder non si è mai dato troppa pena per ripulire davvero il suo partito, e invece avrebbe dovuto farlo già da molto tempo.
L’unico lato positivo, per Söder, è che questa settimana si è parlato moltissimo di un’altra vicenda che ha occupato le prime pagine dei giornali: la storia di AstraZeneca. Come certamente saprete, il Paul-Ehrlich-Institut, l’istituto federale che si occupa di vaccini e prodotti farmaceutici biomedici, ha consigliato un temporaneo stop al vaccino AstraZeneca, dopo le notifiche di alcuni casi di una trombosi molto rara avvenuti poco dopo la somministrazione. Si parla di un numero estremamente esiguo di casi, ma l’incidenza è stata comunque considerata anomala. Il Ministro della Salute Jens Spahn ha deciso di seguire il consiglio, e lunedì sera la Germania ha annunciato che avrebbe interrotto le vaccinazioni con AstraZeneca, in attesa del verdetto dell’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali. Non era il primo Paese a farlo, Danimarca e Norvegia l’avevano già stabilito, ma il suo peso e la sua rilevanza hanno fatto sì che altri, come Italia e Francia, seguissero a ruota.
Spahn è stato molto criticato per la decisione, che alcuni hanno letto come una non-decisione, un demandare ai consulenti scientifici una scelta che spetterebbe anche e soprattutto alla politica. È vero che AstraZeneca ha consegnato meno dosi rispetto a quelle concordate e che in generale i tedeschi guardano il suo vaccino con un po’ di sospetto, ma in una fase così delicata sottrarre ulteriori risorse a una campagna vaccinale già estremamente lenta può rivelarsi un grosso problema. Siamo ormai ben dentro alla terza ondata, e secondo alcuni osservatori il gruppo più a rischio adesso sarebbe proprio quello che, nei piani originali del governo, avrebbe dovuto usufruire del vaccino AstraZeneca, cioè gli under-65.
Giovedì 18 però l’EMA ha confermato il suo parere positivo sul vaccino, e Spahn ha subito confermato che già dal giorno successivo in Germania le vaccinazioni con AstraZeneca sarebbero riprese. La faccenda quindi si è risolta, ma ha lasciato a molti tedeschi l’impressione che la gestione della crisi sia sempre più caotica e poco coordinata.
Per contrastare questa sensazione, Merkel e i Ministerpräsidenten hanno stabilito nell’incontro di venerdì sera di dare una decisa accelerata al piano di vaccinazioni, coinvolgendo anche i medici di famiglia. Dopo Pasqua, anche loro potranno cominciare con le somministrazioni, sebbene all’inizio disporranno di quantità limitate. Priorità ai pazienti più a rischio.
Merkel continua a ripetere che entro la fine dell’estate tutti i residenti potranno ricevere una dose. Che dire: speriamo.
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Qualche pezzo interessante uscito questa settimana, prima di salutarci.
Sempre per restare in tema scandali e corruzione, su Kater Edoardo D’Alfonso Masarié ha raccontato le luci e soprattutto le ombre del rapporto fra politica tedesca e Azerbaigian. Una lettura succosa, credetemi.
Oltre a quelli legati alla corruzione, un altro scandalo sta scuotendo l’opinione pubblica tedesca. La diocesi di Colonia, infatti, è sotto accusa per un enorme numero di abusi sessuali - secondo alcuni report si parla di oltre 200 colpevoli e più di 300 vittime. Ne scrive Deutsche Welle.
Venerdì i Grünen hanno presentato la prima bozza del loro programma: qui potete trovare l’analisi di Politico.
Infine, mercoledì mattina sono stato ospite di Giovanni Acquarulo a Moka, su Rai Radio 1, per parlare dei risultati alle elezioni locali di domenica scorsa e del caos vaccini. Qui trovate il podcast.
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