RESET 2021 - Numero 18: Laschet VS Söder
Iniziano le schermaglie fra i due candidati alla Cancelleria per l'Union
L’elezione di Armin Laschet alla guida della CDU ha confermato la linea della continuità. Il nuovo Vorsitzender era il candidato più vicino a Merkel, e la sua vittoria lascia presagire che non ci saranno grandi cambiamenti - weiter so, avanti così.
Tuttavia, se c’è una cosa che l’infelice parabola della sua predecessora, Annegret Kramp-Karrembauer, ha insegnato, è proprio che il merkelismo in assenza di Merkel non sempre funziona. AKK era l’erede designata della Cancelliera, anche lei rappresentava la linea della continuità, e come sappiamo è andata a finire malissimo. Per Laschet è di fondamentale importanza riuscire ad allargare la propria immagine oltre l’etichetta dell’erede di Merkel: deve trovare quel valore aggiunto che gli permetta di costruirsi un profilo chiaro e riconoscibile, al di là della continuità merkeliana.
Probabilmente per questa ragione Laschet ha cercato negli ultimi giorni di posizionarsi in maniera autonoma sul tema lockdown e riaperture, distanziandosi dall’estrema cautela che da mesi contraddistingue la Cancelliera. Durante un incontro online con il Consiglio economico della CDU del Baden-Württemberg, Laschet si è schierato in maniera piuttosto esplicita per un rilassamento delle restrizioni. “Non possiamo misurare tutta la nostra vita in base ai valori di incidenza”, ha detto il leader della CDU: “non si può continuare a inventare sempre nuovi limiti per evitare che la vita riprenda”. Tra le righe Laschet ha anche criticato iniziative come #ZeroCovid, l’hashtag lanciato da un gruppo di medici, intellettuali, artisti e attivisti (fra cui Luisa Neubauer, volto di FridaysForFuture in Germania) per chiedere un lockdown totale a livello europeo per arrivare a zero contagi.
E non finisce qui. Laschet ha riconosciuto come questa sua posizione non sia molto popolare, e ha aggiunto: “il nostro vicino bavarese a volte la vede in maniera diversa”. Ovviamente si riferiva, senza chiamarlo per nome, a Markus Söder, governatore della Baviera e leader della CSU. Söder è da sempre un fautore della linea dura sul lockdown, ma non solo: è anche il principale avversario di Laschet per la candidatura alla Cancelleria. Dichiarazioni di questo tipo, da parte del capo della CDU, sono chiaramente mirate a intestarsi il fronte di chi, dal lato conservatore, riconosce la gravità della situazione ma preme per un graduale ritorno alla normalità. Da un lato è comprensibile: come riporta il Robert-Koch-Institut, la 7-Tage-Inzidenz (cioè il numero di nuovi contagi settimanali ogni 100.000 abitanti) a livello nazionale è a 56,8. Il lockdown duro sembra aver funzionato, dunque, e la soglia di 35, sotto la quale le restrizioni dovrebbero venire allentate, non è più così lontana. In alcune zone del Paese, come ad esempio a Monaco di Baviera, la si è già raggiunta.
Dall’altro lato, però, tutti gli esperti continuano a sottolineare il pericolo rappresentato dalle varianti, ormai ampiamente diffuse in Germania. La variante britannica sta rapidamente diventando dominante: in due settimane è passata dal 6% a oltre il 22% del totale delle nuove infezioni.
Le dichiarazioni di Laschet fanno capire che la lotta per la candidatura alla Cancelleria è entrata nel vivo, in attesa delle elezioni locali del 14 marzo. Già un anno fa, all’inizio della pandemia, Laschet era der Lockerer, “l’allentatore”, e ora sembra intenzionato a riprendere quel ruolo per offrire un’alternativa alla linea dura di Söder, e cercare in questo modo di minarne la popolarità. C’è da dire che l’anno scorso Laschet pagò cara la sua linea morbida: il suo Land, il Nordreno-Vestfalia, fu colpito duramente dai contagi, e il suo tasso di apprezzamento da parte dei tedeschi crollò molto in fretta. Posizionarsi in maniera così netta, adesso, è chiaramente una scommessa. Significa scommettere che ora, con la campagna vaccinale in corso, con la primavera alle porte, l’emergenza finisca: e potersi intestare la lotta di chi ha iniziato fin da subito a chiedere un graduale ritorno alla normalità.
Non tutti hanno apprezzato le parole di Laschet, anche all’interno della CDU. Certamente sono piaciute molto a Christian Lindner, leader dei liberali della FDP e fautore delle riaperture:
“Le attuali dichiarazioni di Laschet sono un grande avvicinamento alla posizione della FDP. Ci sentiamo rafforzati. Ma alle parole giuste devono seguire le giuste azioni. Per l’attuazione della sua linea nell’azione di governo il leader della CDU ha tutto il nostro sostegno.”
Molti però ci leggono un semplice calcolo politico-elettorale, come l’eurodeputato dei Grünen Erik Marquardt:
“Se posso tradurre: Per la lotta alla pandemia, invece del valore di incidenza dovremmo basarci sui sondaggi elettorali e sulle analisi del potenziale della CDU.”
È ancora presto per sapere chi sarà davvero il candidato Cancelliere dell’Union, ma la partita è iniziata.
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Questo mercoledì era il Mercoledì delle Ceneri, cioè il giorno di un tradizionale appuntamento per tutta la politica tedesca: il politischer Aschermittwoch, il “Mercoledì delle Ceneri politico”. Un’occasione per i partiti di incontrarsi in un contesto informale, subito dopo il Carnevale, di solito con una bella birra in mano. Quest’anno, a causa della pandemia, gli incontri sono stati solamente virtuali, ma lo spirito è rimasto lo stesso di sempre, fatto di battute e prese in giro. La Süddeutsche Zeitung offre una breve antologia delle dichiarazioni migliori.
Le mie preferite sono tre.
Una di Armin Laschet: “Nella CSU si può diventare qualcuno solo con un cognome che inizia con la S - Strauss, Stoiber, Seehofer. Nella CDU invece serve un nome che inizi con A - Angela, Annegret, Armin. Bisognava dirglierlo prima, a Friedrich.” Un chiaro riferimento a Friedrich Merz, lo sconfitto del congresso CDU.
Un’altra molto bella è di Katharina Schulze, leader dei Verdi nel Parlamento bavarese: “Söder è soprattutto rumoroso e onnipresente. Parla durante tutto il viaggio, sceglie il programma alla radio. Accende il riscaldamento, e poi lo spegne. E sì, dice anche al navigatore dove andare.”
Infine, una di Söder: “Se conoscere la saga del Signore degli Anelli, da che parte secondo voi starebbe AfD? Si sentirebbe a suo agio solo a Mordor. Si sentirebbe a casa.”
Ma questa settimana c’è anche stata una triste ricorrenza. Un anno fa, il 19 febbraio 2020, un estremista di destra uccise 9 persone a Hanau, in Assia. Questo lungo articolo dall’edizione internazionale dello Spiegel racconta le domande ancora senza risposta delle famiglie delle vittime.
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